Benvenuti a Pointless Cross

OK, ci siamo.

Nell’attesa di riprendermi dalla fatica della scrittura del nuovo romanzo (così da iniziare a correggerlo e metterlo su Amazon quanto prima) ho iniziato un nuovo progetto (lo trovate linkato nel menu in alto, alla voce NARRATIVA) che, ho scoperto, mi è subito diventato caro.

POINTLESS CROSS è un progetto nuovo, nato da un’idea. Un’idea semplice, forse, ma che racchiude in sé una grande potenzialità. Sono sempre stato affascinato dall’Antologia di Spoon River. E ho sempre cercato di scrivere qualcosa che mi affascinasse allo stesso modo, dal punto di vista concettuale.

Spoon River ha sempre rappresentato, per me, qualcosa di inafferrabile: una realtà altra, differente, capace di catturarti e di non lasciarti più andare. Capace di trattenere il lettore in questo universo narrativo microscopico all’apparenza ma infinito nella sua dimensione onirica e intangibile.

Questo progetto nasce dalla mia esigenza, mai appagata, di poter afferrare anche solo per un breve attimo, quella peculiare e sottile realtà e farla mia. A modo mio.

Volti, sguardi, espressioni. Vite. Spoon River, attraverso la scrittura e con alla base un’idea geniale, riesce nell’intento di creare un mondo altro, un mondo tutto da esplorare, grazie agli epitaffi dei personaggi. Un segno indelebile di quello che è stato, raccontato come attraverso la loro voce. Postuma. Come un’ultima analisi, un po’ sfocata, di ciò che è stato e che ora, giocoforza, assume un peso meno preponderante, nella loro essenza di personaggi.

I personaggi di Spoon River si raccontano per quello che sono, senza rimorsi e senza remore. Non hanno più nulla da perdere. Sono morti. I loro epitaffi sono il loro ultimo testamento. La loro ultima vidimazione ad un’esistenza travagliata o incredibile. Raccontata con estrema lucidità e senza mezzi termini.

L’idea di Lee Masters è così potente da aver lasciato un segno su generazioni e generazioni di lettori. In ultimo, su di me. Per questo ho sempre cercato di scrivere qualcosa che, anche solo lontanamente, ricordasse il suo lavoro.

Perché poter scrivere e successivamente leggere i commenti di una vita, sebbene non reali, come quella dei protagonisti, è qualcosa che lascia il segno. Li inchioda alla carta sul quale sono incisi i caratteri. Li rende reali, nonostante la loro natura non lo sia. Li proietta in una realtà più vicina a noi. Più intima. Diventano tangibili. Afferrabili.

Più autentici.

Volevo darmi la possibilità di esplorare un mondo nuovo. Qualcosa di mio che, al contempo, si sviluppasse in qualcosa di altro. Di proprio. Allo stesso modo, volevo cimentarmi con qualcosa di diverso dal raccontare semplici epitaffi. Per questo ho pensato ad una serie di interviste, ambientando il tutto in una piccola cittadina di periferia, Pointless Cross appunto, gemellata proprio con Spoon River. Come un omaggio ed al contempo un’ispirazione. Avere a disposizione qualcuno da intervistare (il giornalismo è un’altra mia passione) è, forse per me, qualcosa di unico. Perché in questo modo posso far esprimere i personaggi al meglio e, contemporaneamente, esprimere me stesso al meglio, cercando di non basarmi su qualcosa di reale, da copiare. Volevo assolutamente trovare un modo per intervistare i personaggi. E renderli reali con le mie parole. Cercando di dar loro quello spessore che solo l’Antologia di Spoon River sa conferire ai propri defunti personaggi.

Qualcosa mi è tornato alla mente. Qualcosa che avevo visto tempo fa, sul web. Qualcosa che, alla fine, è tornato utile per questo progetto. Sto parlando del progetto This Person Does Not Exist. Il nome dice tutto. Creato usando uno style-based generative adversarial network (StyleGAN), questo sito ha da sempre catalizzato l’attenzione, dal momento che l’intelligenza artificiale alla base è in grado creare volti umani ex-novo. Ogni volta. I volti creati da questo algoritmo sono così realistici e veritieri che sono una fonte incredibile di ispirazione.

Ho trovato quello che cercavo. Infiniti soggetti da intervistare e cui dar voce attraverso la mia scrittura. E vedere fin dove potessi spingermi e cosa potessi raggiungere. Personaggi che, nella mia speranza, possano in pochi brevi paragrafi, spiegarsi al mondo e definirsi per ciò che sono. Persone, oltre che personaggi. Presenze che vivono in un contesto ben definito.

Delineato con tratti brevi, come un carboncino mosso con mano impazzita su un foglio bianco.

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