Un romanzo nuovo in arrivo

Alla fine è accaduto. Come fosse una medicina. Una cura inevitabile. La pandemia toglie, la pandemia dà. Il COVID-19 mi ha tolto molte cose, in questo periodo, come accaduto a molti altri. Il lockdown, lo stress, la paura fino all’inevitabile quarantena per positività.

E’ stato un periodo lungo e difficile, questo, costellato di tante, troppe cose che sono andate un po’ troppo storte per i miei gusti. Ho accumulato e collezionato, in questi mesi, stress da vendere e stanchezza fisica e mentale oltre la soglia di tolleranza.

Avevo paura di non riuscire più a fare nulla. Di non riuscire più ad essere creativo. Ho abbandonato per un po’ la tastiera e la fantasia, dedicandomi a qualcosa di più pratico e tangibile. Un altro hobby, insomma, che potesse traghettarmi da dov’ero ad una dimensione per me più significativa.

Ebbene, è servito. Incredibilmente, la disintossicazione da pensieri negativi (o forse il rafforzarsi di alcuni di loro) ha funzionato da molla per farmi riacquistare la voglia di tornare a scrivere. E’ stato un passo difficilissimo e pesantissimo rimettersi di fronte al PC e tornare a scrivere, soprattutto perché sentivo ancora il peso delle idee pregresse e non ancora ultimate (12 romanzi pronti da scrivere, la cui trama e il cui intreccio sono già stati finalizzati) che mi perseguita da ormai più di un anno.

Ho deciso di lasciarmi tutto alle spalle. E buttarmi su qualcosa di nuovo. Di originale. Non un prequel, non un sequel. Nulla. Un semplice romanzo, che potesse aiutarmi a spurgare tutto ciò che non mi appartiene e fissarlo sulla carta, così che non fosse più dannoso a nessuno.

Pensavo di non esserne più capace. Invece, ho scoperto che io ero ancora là, dietro a quella cortina di fumo creata dalla pandemia, dalla quarantena e da tutti quegli spaventi che hanno costellato la mia pandemia.

Ho scritto. E ho scritto. E scritto ancora. Un romanzo. Di 140 pagine. In 4 giorni. Non so come ho fatto né dove abbia trovato l’energia per farlo ma è uscito tutto così, di getto. Senza se e senza ma. Come un fiume in piena che ha lavato via le cose brutte, lasciandomi addosso una più che piacevole soddisfacente sensazione.

Ora dovrò mettermi sotto con le correzioni e l’impaginazione. Ma quando arriva il momento di fare quello, significa che il lavoro più grande è già stato fatto.

Avanti così. Voglio tornare a scrivere. E voglio in qualche modo farmi conoscere.

E ci riuscirò, fosse anche l’ultima cosa che faccio.

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