Sono galvanizzato. In queste ore Alex Moon è stato pubblicato su Amazon.com in versione eBook e nelle prossime ore arriverà anche in versione cartacea. E’ il primo mio romanzo che traduco in lingua inglese ed è una vera e propria scommessa.
E, per la prima volta, la cosa mi spaventa perché sono uso ad affrontare le più calme acque (che si potrebbero definire quasi stagnanti) dei lettori italiani. Invece, questa volta, ho mollato gli ormeggi e ho virato in direzione opposta dove, davanti a me, idealmente, ora c’è un oceano di lettori potenziali.
Non so come andrà a finire e in questo momento non so nemmeno se qualcuno potrà mai trovare il mio romanzo breve nell’immenso scaffale di Amazon.com ma quello che so è che ci ho messo anima e passione e impegno.
Forse, fra tutti i miei romanzi, “A” (la versione originale italiana) è proprio quello più adatto a fare da “testa di ponte” fra il mio solito mercato italiano e quello anglofono perché è un romanzo corto, horror, dove la narrazione è pesantemente slegata dai canoni classici della letteratura, rasentando quasi un esperimento, per me.
Ecco, questo esperimento, ora si ripropone, anche se in veste differente. Perché nella traduzione qualcosa non è andato perso, anzi, si è aggiunto. Una frase qui, un piccolo cambiamento là. Niente di eclatante, si intende, la storia è sempre quella al 99% però nella traduzione il protagonista, da subito si presenta più presente a se stesso, più a conoscenza dei fatti.
In poche parole, Alex Moon (idealmente il nome che si celava dietro alla solitaria “A” del titolo originale) è consapevole di essere il protagonista del romanzo e questo, sotto la nuova luce della versione anglofona, fa risuonare tutte le altre pagine con una vibrazione differente.
So che la modifica può apparire marginale ma non lo è, almeno per me. Dare una connotazione al protagonista più improntata all’affermazione del suo “io” ne cambia, a mio avviso, l’importanza ed eleva il personaggio, che ora ha anche un nome, a qualcosa di più potente, ora si in grado di lottare ad armi pari in quel braccio di ferro narrativo con il narratore e il censore.
Alex Moon, dunque, per me è come un nuovo romanzo, una qualcosa che da tempo cerca di emergere e che, ora, forse c’è riuscito, muovendo i primi passi in questo nuovo, entusiasmante e al contempo straniante, contesto anglofono.
Chissà che lungo il suo percorso non trovi qualcuno interessato alla sua storia.